Quattro ore di buona British Airways per raggiungere l'aeroporto dell'isola di Mauritius, ultima tappa del nostro giro del mondo e terzultimo volo prima del rientro alla base.
Aereo vecchiotto, il più anziano del giro.. coronato da un atterraggio poco gradevole che, se fossimo stati su uno di quei charter idioti da applauso finale, non ne avrebbe meritato mezzo. In ogni modo, atterriamo sani e salvi e quasi tutti i passeggeri vengono prelevati dai Tour Operator che li recluderanno per una, due settimane, nei classici villaggi turistici da sogno mauriziani.
Io, invece, inizio a chiacchierare con la ragazza dell'ente del turismo all'aeroporto ed in definitiva prenderemo un taxi sino a Grand Baie, sulla costa nord occidentale, dove alloggeremo nel Ti Fleur Soleil. Prima di partire, la trattativa con l'autista del taxi dura circa 20 minuti: non scende sotto le 1600 Rupie ( partito da 1800. 1000 Rupie = 36 Euro). La cosa mi fa capire che uno, i prezzi sono raddoppiati rispetto alla mia guida Lonely Planet del 2005, due, che il paese è più caro del previsto.
In ogni modo, l'autista di origine indiana, molto gentile, durante l'ora di tragitto ci parla dell'isola, dei suoi problemi, di Dio, guidando con snervante attenzione su di una strada in buone condizioni, spesso affiancata da sterminate piantagioni di ondeggianti canne da zucchero.
C'é il sole, l'aria è calda anche se ha piovuto le due settimane precedenti...speriamo bene.. L'Hotel è in centro, il prezzo è raddoppiato anche qui ragion per cui scarichiamo i bagagli e ci dirigiamo sul lungomare alla ricerca di un residence del quale avevo letto in precedenza alcune recensioni interessanti: si chiama Peramal e, per l'ottimo rapporto qualità prezzo, deve essere prenotato con molto anticipo. Nove ore basteranno?? Incontriamo il proprietario, Arassen, trentenne sveglio e simpatico con il quale entro subito in sintonia. Guarda un po, una stanza sulle diciotto disponibili si libera domani: è uno studio ampio, soleggiato e con vista mare... a 25 euro totali al giorno, perfetto per noi!
Dopo una cena in un ottimamente pubblicizzato ma pessimo ristorante italiano, il Paparazzi, il peggiore di tutti quelli provati in questi tre mesi, ci rintaniamo in stanza delusi in attesa della colazione.
Giorno cinque ottobre: sole pieno, caldo, Arassen ci accompagna dall'Hotel al suo Residence dove ci appropriamo della stanza e, dopo aver noleggiato due mountain bike datatissime ma funzionanti, ci dirigiamo su una spiaggia pubblica a poche centinaia di metri dal residence. L'acqua è cristallina, i colori da cartolina. Molto affollata da gente del posto, oggi è domenica. Subito a fare snorkling dove vedo poco nulla.. ma oggi è tempo di relax quindi la giornata termina al sole e poi in un ristorante mauriziano per una cena niente male, a base di pesce.
Sei ottobre e stamane piove.. che palle. Ma le nuvole si diradano un poco quindi, dopo una colazione volante decidiamo di affittare un taxi per la giornata: ci dirigeremo verso i giardini botanici, la fabbrica di zucchero locale oramai chiusa dal 1999 ma ora adibita a museo dello zucchero ed infine verso la capitale, Port Luis.I giardini sono davvero interessanti: con la nostra guida che parla italiano, imparo molto sulle specie autoctone ed importate e, come ho fatto dovunque in questi tre mesi, raccolgo diversi semi di piante tropicali che proverò a coccolare ed infine seminare nel terreno di casa in Sardegna. Vedo finalmente, tra le altre, la pianta di noce moscata, le splendide ninfee amazzoniche e molte tartarughe giganti. Ne è valsa la pena. L'autista ci attende per la fabbrica dello zucchero che, contrariamente a quanto pensassi, non mi entusiasma, per il semplice fatto che hanno investito parecchi soldi nel recupero della struttura ma non hanno pensato a realizzare un filmato decente in merito a tutti i processi della lavorazione della canna.
Tuttavia rieccoci in partenza per la capitale, Port Luis: mercato centrale affollatissimo e ricolmo di deludente paccottiglia made in China per turisti, monumenti vari ma nulla di particolarmente interessante.
I mauriziani appaiono multietnici, per lo più di pelle mulatta, gentili ma avvezzi ed insistenti con i turisti quasi ai livelli del nord Africa. Questo per me è al limite della sopportabilità. In ogni modo siamo qui per l'ultimo periodo di relax e ci godremo fino in fondo sole e mare, lasciando perdere tutto il resto. Presto ci dirigeremo verso le zone più remote e meno turistiche dell'isola..
Aereo vecchiotto, il più anziano del giro.. coronato da un atterraggio poco gradevole che, se fossimo stati su uno di quei charter idioti da applauso finale, non ne avrebbe meritato mezzo. In ogni modo, atterriamo sani e salvi e quasi tutti i passeggeri vengono prelevati dai Tour Operator che li recluderanno per una, due settimane, nei classici villaggi turistici da sogno mauriziani.
Io, invece, inizio a chiacchierare con la ragazza dell'ente del turismo all'aeroporto ed in definitiva prenderemo un taxi sino a Grand Baie, sulla costa nord occidentale, dove alloggeremo nel Ti Fleur Soleil. Prima di partire, la trattativa con l'autista del taxi dura circa 20 minuti: non scende sotto le 1600 Rupie ( partito da 1800. 1000 Rupie = 36 Euro). La cosa mi fa capire che uno, i prezzi sono raddoppiati rispetto alla mia guida Lonely Planet del 2005, due, che il paese è più caro del previsto.
In ogni modo, l'autista di origine indiana, molto gentile, durante l'ora di tragitto ci parla dell'isola, dei suoi problemi, di Dio, guidando con snervante attenzione su di una strada in buone condizioni, spesso affiancata da sterminate piantagioni di ondeggianti canne da zucchero.
C'é il sole, l'aria è calda anche se ha piovuto le due settimane precedenti...speriamo bene.. L'Hotel è in centro, il prezzo è raddoppiato anche qui ragion per cui scarichiamo i bagagli e ci dirigiamo sul lungomare alla ricerca di un residence del quale avevo letto in precedenza alcune recensioni interessanti: si chiama Peramal e, per l'ottimo rapporto qualità prezzo, deve essere prenotato con molto anticipo. Nove ore basteranno?? Incontriamo il proprietario, Arassen, trentenne sveglio e simpatico con il quale entro subito in sintonia. Guarda un po, una stanza sulle diciotto disponibili si libera domani: è uno studio ampio, soleggiato e con vista mare... a 25 euro totali al giorno, perfetto per noi!
Dopo una cena in un ottimamente pubblicizzato ma pessimo ristorante italiano, il Paparazzi, il peggiore di tutti quelli provati in questi tre mesi, ci rintaniamo in stanza delusi in attesa della colazione.
Giorno cinque ottobre: sole pieno, caldo, Arassen ci accompagna dall'Hotel al suo Residence dove ci appropriamo della stanza e, dopo aver noleggiato due mountain bike datatissime ma funzionanti, ci dirigiamo su una spiaggia pubblica a poche centinaia di metri dal residence. L'acqua è cristallina, i colori da cartolina. Molto affollata da gente del posto, oggi è domenica. Subito a fare snorkling dove vedo poco nulla.. ma oggi è tempo di relax quindi la giornata termina al sole e poi in un ristorante mauriziano per una cena niente male, a base di pesce.
Sei ottobre e stamane piove.. che palle. Ma le nuvole si diradano un poco quindi, dopo una colazione volante decidiamo di affittare un taxi per la giornata: ci dirigeremo verso i giardini botanici, la fabbrica di zucchero locale oramai chiusa dal 1999 ma ora adibita a museo dello zucchero ed infine verso la capitale, Port Luis.I giardini sono davvero interessanti: con la nostra guida che parla italiano, imparo molto sulle specie autoctone ed importate e, come ho fatto dovunque in questi tre mesi, raccolgo diversi semi di piante tropicali che proverò a coccolare ed infine seminare nel terreno di casa in Sardegna. Vedo finalmente, tra le altre, la pianta di noce moscata, le splendide ninfee amazzoniche e molte tartarughe giganti. Ne è valsa la pena. L'autista ci attende per la fabbrica dello zucchero che, contrariamente a quanto pensassi, non mi entusiasma, per il semplice fatto che hanno investito parecchi soldi nel recupero della struttura ma non hanno pensato a realizzare un filmato decente in merito a tutti i processi della lavorazione della canna.
Tuttavia rieccoci in partenza per la capitale, Port Luis: mercato centrale affollatissimo e ricolmo di deludente paccottiglia made in China per turisti, monumenti vari ma nulla di particolarmente interessante.
I mauriziani appaiono multietnici, per lo più di pelle mulatta, gentili ma avvezzi ed insistenti con i turisti quasi ai livelli del nord Africa. Questo per me è al limite della sopportabilità. In ogni modo siamo qui per l'ultimo periodo di relax e ci godremo fino in fondo sole e mare, lasciando perdere tutto il resto. Presto ci dirigeremo verso le zone più remote e meno turistiche dell'isola..
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