Prossima partenza 2017!

Le tappe della prossima partenza: Milano - New York - Los Angeles - Hawaii - Tokyo - Bangkok - Sydney - Ayers Rock - Johannesburg - Mauritius - Milano. Che il sogno abbia inizio!

Uluru -Kata Tjuta National Park ( Ayers Rock )

Stamattina sveglia all'alba e ripartenza verso l'aeroporto di Cairns, ci aspetta il Monolite nel bel mezzo del deserto australiano. Sono fiducioso, spero finalmente ne valga la pena!!!

Tutti i nostri amici asiatici si sono svegliati presto, anche se è domenica, per salutarci. Lacrime e tristezza per le nostre sorelle giapponesi, una scena commovente da film. I giapponesi sono difficili da conquistare ma se ci riesci sono persone davvero buone e pure di cuore. Abbiamo l'agenda piena di contatti ed un nuovo viaggio in Giappone già in programma ;-)

Volo in orario, prima esperienza con Quantas, la compagnia di bandiera australiana. Voto 7, la Jal giapponese è inar
rivabile tuttavia sempre meglio di American Airlines e Chatay Pacific.

Durante l'atterraggio intravedo Uluru per un attimo: appare all'orizzonte come un gigantesco corpo estraneo in mezzo al nulla ma non ho tempo per prendergli le misure che le ruote dell'aereo stridono sulla pista del minuscolo aeroporto, pulito ed essenziale. Ci aspetta una spaziosa auto a noleggio Hertz, Toyota Corolla, carichiamo i nostri oramai sei bagagli e via verso quella strana roccia.

Mi accorgo subito che tutt'intorno non si tratta di puro deserto di sabbia ma anzi, ci sono qua e là alberi e un sottobosco d'erba. Entriamo nel parco, 25 dollari a testa per una tessera valida tre giorni, giro una curva che sale per scollinare ed ecco apparire il Monolite. È imponente. Pare che sappia di essere il Re del deserto. Rosso, ramato, un unico blocco gigantesco alto 380 metri. Sono dieci i chilometri per girarci intorno a piedi. Il vento spazza la pianura ed il monolite è lì. Immobile ed inamovibile. Per gli aborigeni è un luogo sacro ed in effetti qualcosa di mistico si percepisce...suggestione o realtà?

Ci avviciniamo con l'auto e parcheggiamo in un'area apposita. Una catena ancorata a bassi pali sale verso la cima, in forte pendenza, mentre un ampio cartello scoraggia esplicitamente i visitatori, in diverse lingue, nel salire sul Monolite. Ma come, mi mettete il sentiero e poi mi dite di non salire?? È come fare vedere una caramella ad un bambino e poi pretendere di non dargliela. Naturalmente si sale!
Dopo circa un'oretta di arrampicata ( 1,6 km ) ci troviamo in cima. Una vista spettacolare ripaga i nostri sforzi anche se devo dire che il sentiero in alcuni punti era davvero pericoloso.
Raggiungi la piana della vetta, ti siedi e ti chiedi perché c'é quel blocco di roccia in mezzo al deserto. Non c'entra nulla. Ma c'é, è lì da millenni. Vento caldo, silenzio assoluto. Un luogo incredibile per meditare... Credo che le foto non rendano l'idea di ciò che si prova ad essere lassù.

La discesa è rapida,prendiamo qualcosa da mangiare al centro culturale degli aborigeni dove tutto costa decisamente troppo ed arriva l'ora dell'imperdibile tramonto su Uluru: un'apposita area, a debita distanza dalla roccia, è stata predisposta per ammirare il sole che se ne va. L'alba ed il tramonto sull' Ayers Rock sono l'attrazione principale del luogo. Il sito è affollato di auto e persone, tutte armate di macchina fotografica, molte in piedi sulle vetture o sedute, pronte a scattare decine di foto al Monolite che cambia colore in base all'illuminazione che riceve.
Sono oramai le 21, il sole ha lasciato
lentamente il posto alla luna piena. Incontriamo qui Marco e Simona, naturalmente in viaggio di nozze, i quali ci fanno gentilmente compagnia in una cena a base di carne di coccodrillo, canguro ed emù. Ho davvero mangiato pochissimo, questi sapori strani sono per il mio palato difficili da accettare. Per fortuna la compagnia era ottima.

Lasciamo i nostri nuovi amici mentre la mezzanotte si avvicina. L'alba è a poche ore ed è imperdibile su Uluru quindi proviamo ad appisolarci i
n auto. Erano anni che non mi capitava più, precisamente dall'ultimo viaggio a Praga con Robiparo@ dove si morì di freddo aspettando il volo Ryanair da Francoforte e dove giurai a me stesso che non avrei mai più ripetuto l'esperienza. Mai dire mai, mi copro molto molto bene e... stranamente mi addormento a piombo per risvegliarmi verso le sette, inserire l'automatico e dirigermi a razzo verso l'alba che pare mi voglia precedere.
Giungo al punto di osservazione e
trovo centinaia di persone, sedute e in piedi pronte per l'evento. Stessa scena del tramonto, il sole illumina il deserto e poi la roccia che cambia colore...comunque imperdibile. Nell'occasione risalutiamo Marco e Simona che abbiamo casualmente incontrato di nuovo qui.
Facciamo cola
zione con due muffins e té e ci dirigiamo verso altri monti strani ad una quarantina di km da Uluru. Siamo tranquilli e sereni, la strada è sgombra, il deserto sconfinato e viaggiamo con i finestrini aperti verso Kata Tjuta. A pochi chilometri dalle formazioni rocciose ci fermiamo per le foto di rito, proviamo ad addentrarci nella rada boscaglia alla ricerca di qualche animale locale ma siamo ripagati soltanto da qualche impronta di dromedario.

Alle 13.40 abbiamo il volo per Sydney, rientriamo all'aeroporto salutando di nuovo Uluru che resta in silenzio infischiandosene di tutto e tutti.

Il volo per Sydney è tranquillo, sorvoliamo la città che a prima vista mi pare fresca e pulsante, domani la visiteremo per intero. Dall'aeroporto un autobus collettivo ci lascia per 13 dollari a testa direttamente davanti al nostro Devere Hotel prenotato tramite l'impeccabile Ratestogo.com.

Finalmente una cena che si può chiamare cena in un ristorante italiano qui vicino mentre ora sono a scrivere sdraiato sul letto queste ultime battute prima di scoprire Sydney domattina..

2 commenti:

mirtina ha detto...

Fantastica esperienza la vostra...come state? oggi divento vecchia ben 28... ciao ciao

Anonimo ha detto...

bellissime foto grande davide
robyroby