Prossima partenza 2017!

Le tappe della prossima partenza: Milano - New York - Los Angeles - Hawaii - Tokyo - Bangkok - Sydney - Ayers Rock - Johannesburg - Mauritius - Milano. Che il sogno abbia inizio!

Giro del mondo - Rotta verso ovest

Clicca sull'immagine a sinistra per vedere le mie tappe -

Questo blog è stato realizzato a partire da luglio 2008 e racconta il mio primo Giro del Mondo durato circa tre mesi. I testi sono stati scritti di getto, in aereo, nelle camere d’albergo, man mano che mi spostavo insomma . Per seguire il racconto dalle fasi iniziali sino alla fine consiglio ai lettori di cliccare sui link qui a destra a partire dal primo in alto. Troverete molte informazioni che potrebbero esservi utili e capirete che, con un pizzico di spirito di adattamento, effettuare un viaggio non organizzato da tour operator, non è per nulla un'impresa impossibile. Buona lettura!---------------------------- >

Volo Capodanno low cost con le miglia Oneword?

Volevo utilizzare le miglia accumulate con Oneworld per un volo a capodanno ma qui c'é poco da volare!!

I voli effettuati con Oneword per il mio giro del mondo... speravo fossero molte le miglia accumulate, sinceramente tutte ma purtroppo continuano le defezioni delle compagnie aeree che ho preso. Anche British Airways, infatti, sta facendo i capricci.. mi é giunta una lettera da American Airlines dove é scritto che British non mi ha convalidato le miglia volate con loro. Cioè per ben tre voli, da Johannesburg alle Mauritius, da Mauritius a Londra e da Londra a Milano Malpensa.

Per reclamare vorrebbero che io gli inoltrassi copia della ricevuta del mio biglietto ( e cos'é? ) ed il mio boarding pass. Naturalmente é impossibile recuperare la parte del biglietto che ti resta in mano quando prendi i voli, tutto buttato, a saperlo prima!! Quindi altro consiglio vivo per tutti coloro che intendono volare con Oneworld: tenete tutto quello che vi passa per le mani! A breve posterò l'epilogo della vicenda... e addio capodanno gratis!

Tariffa Giro del Mondo Oneworld - Attenzione alle miglia!

Terminato il Giro del Mondo l'undici di ottobre, ho pensato bene di iscrivermi al Programma AAdvantage di American Airlines per accumulare ed utilizzare le quasi 40.000 miglia che avevo percorso viaggiando con le diverse compagnie che partecipano all'alleanza Oneworld.
 

Ho scoperto che ogni compagnia, in base a come ha classificato la classe di prenotazione Oneworld, attribuisce una percentuale delle miglia percorse. Così, mentre American Airlines ti carica il 100% delle miglia in Classe L, la Quantas te ne carica il 50% e coì via, sino ad arrivare alla Cathay Pacific che addirittura non carica nulla!
Ragion per cui, prima di acquistare il proprio itinerario Oneworld, consiglio vivamente di affiliarsi al programma AAdvantage sul sito di American Airlines, visitare le condizioni che propone ciascuna compagnia per la classe di prenotazione Oneworld ( che generalmente é la L ), e scegliere esclusivamente le compagnie aeree che aiutano ad accumulare miglia.

Per quanto mi riguarda, avrei potuto non volare con Cathay Pacific da Bangkok a Cairns effettuando la tratta per l'Australia magari con Quantas. Che mi avrebbe attribuito il 50% di miglia volate. Ma scusate, non lo sapevo, era il mio primo Giro del Mondo!

Ultimo ma non ultimo


Sono le 23 di domenica e scendo dall'aereo in questo minuscolo aeroporto che é Malpensa, dopo 17 ore di viaggio.. è strano, mi pare si tratti di un'altra tappa, non del ritorno alla base.

Molte cose hanno un altro aspetto, come spesso accade al rientro da viaggi di un certo tipo. Stamattina è tutto più piccolo, ma solo perché il mondo ora è più grande, si è semplicemente modificata la prospettiva. Una visione differente che è la porta di accesso per pensare differentemente.

Ora mille progetti sono pronti a partire, c'é solo da decidere in quale avventura lanciarsi. Durante questo viaggio ho avuto modo di ragionare ed avere delle risposte che altrimenti sarebbero state parziali, distorte. Mi sento maggiormente connesso alla vita, la sento tra le dita.

In merito alle destinazioni visitate, tornerei domani mattina, perché sento di poter ricevere ancora molto, a New York, in Giappone, in Thailandia, a Sydney ed alle isole Vanuatu. Una menzione speciale va al Giappone ed ai giapponesi: una cultura millenaria tanto diversa dalla nostra, persone riservate ma eccezionali, un paese ancora non abituato al turismo. Da rivisitare al più presto, questa volta girandolo tutto... ho coltivato molte amicizie giapponesi in Australia e sarebbe davvero una bella esperienza vivere il Giappone con gli occhi delle mie sorelle oltreoceano giapponesi.

Ringrazio tutti gli amici, i conoscenti e gli internauti capitati per caso sul mio blog che mi hanno fatto compagnia durante quest'avventura. A presto!

Dave


Giro del Mondo – Atterraggio finale e Tariffa Oneworld

Anche quest'avventura sta per volgere al termine.
Mi pare lontanissimo il 13 di Luglio, quando sono salito sul primo volo, Malpensa – New York, dell'American Airlines.


Da allora abbiamo percorso quasi quarantamila miglia, ammirato scorci di cinque continenti, scattato oltre seimila foto, girato decine di filmati, stretto amicizia con centinaia di persone di razze e colori differenti.

È bello dire Giro del Mondo, un'esperienza da inserire nel curriculum. Alcuni “scherzando” mi scrivono che è finita, che è ora di ritornare alla “normalità”, intesa come routine di prevalente lavoro. Colgo nelle loro parole un pizzico di soddisfazione per il mio rientro, quasi che questo viaggio lo avessero sofferto. Che dire del mio Primo Giro del Mondo... ho dovuto saltare per motivi tecnici splendide destinazioni quali Cile, Indonesia, Cina, Mongolia, Nepal, India, Yemen, Siria, Israele... solo per citarne alcune. Ma si tratta sicuramente del prossimo viaggio. Tre mesi in una vita non sono nulla. Sei mesi pure. Chi si aggrega?? Quindi fuori i sogni dal cassetto e abbandonare l'apatia!

Dalle statistiche del blog noto molti accessi effettuati da utenti del web alla ricerca di informazioni sulla tariffa Giro del Mondo Oneworld. Volentieri pubblico info ed una dritta che ho scoperto strada facendo.
Oneworld prevede cambi di destinazione a pagamento, mi pare 1
00 euro a tratta, non ne abbiamo avuto bisogno quindi è un'info che ricordo quando ho prenotato.
Per quanto riguarda invece i cambi di data, ( con Oneworld il biglietto è aperto un anno ), ne abbiamo voluti effettuare tre durante il percorso: questi sono gratuiti tuttavia le agenzie di viaggio o gli uffici delle compagnie aeree sparse nel mondo applicano una tassa di circa 35 Euro per la gestione di ogni pratica. Visto che il biglietto non ci è stato regalato, ho cercato di aggirare il problema ed ho scoperto che, contattando direttamente il call center in Italia dell'American Airlines tel: +390666053169 ( non so se tutti i call center si comportano allo stesso modo ), la variazione avviene immediatamente ed a costo zero. Se si viaggia con il portatile la cosa più semplice è scaricarsi un programma di telefonate online ( il mio è Internetcalls che mi permette di chiamare i fissi in Italia da tutto il mondo a un centesimo al minuto ) così da evitare i 35 euro di gestione pratica per ogni variazione, spendendo solo tre centesimi di euro per la telefonata al call center ( più il costo di tre minuti di connessione dall'internet café se la rete wireless non è gratuita in albergo ). È inoltre un ottimo sistema per chiamare a costi irrisori i nonni o chi non ha Skype o Messenger.

Il biglietto è elettronico quindi non viene spedito o stampato nulla ed anche negli aeroporti a volte ci è bastato presentare al check in esclusivamente il passaporto. Il mio biglietto elettronico non è stato altro che un codice salvato sulla sim del cellulare.
Da tenere presente inoltre che con le miglia accumulate per il Giro del Mondo, sempre tramite American Airlines che è la capofila di Oneworld, si ottengono punti per dei viaggi gratuiti. Uno Europa su Europa sicuro ( servono 20.000 miglia ) , con pochi euro di differenza si riesce anche a partire per una destinazione intercontinentale ( 40.000 miglia ). Niente male!

Con i bagagli non abbiamo mai avuto alcun tipo di problema. Il massimale previsto è di 2 bagagli da 23 kg ciascuno in stiva ed un bagaglio a mano di massimo 18 kg: totale 64 kg..
Raggiungere gli aeroporti almeno con due ore e mezza di anticipo spesso consente di viaggiare sulla fila delle uscite di emergenza ( chiedere al check in ) e non è poco su voli a lunga percorrenza.

In Italia, contrariamente ad altri paesi, la tariffa non è particolarmente utilizzata. Vi capiterà quindi di trovare in agenzia agenti ignoranti sul da farsi che campano scuse soltanto perché non sono pratici e non hanno voglia di impegnarsi ( la loro commissione resta identica sia che voi spendiate 100 Euro sia che ne spendiate 3000 ). Ho prenotato ufficialmente il mio Giro del Mondo tre giorni prima di partire quindi, se capite che l'agente non è ferrato in materia, cambiate subito agenzia per evitare di perdere tempo inutilmente. Se avete le idee chiare, potete impostarvi tariffa ed itinerario direttamente sul sito Oneworld ( è divertentissimo ), poi contattare l'American Airlines via call center, mandare l'itinerario via mail all'operatore, attendere 24 ore per la conferma e pagare con carta di credito.

La durata ideale per una tappa in una singola capitale è a mio parere tre o quattro notti al massimo. Naturalmente visitare un paese richiede tutto il tempo necessario. Se non si conosce l'Asia è bene non farsi intimorire dai luoghi comuni e includere subito l'imperdibile Giappone ( almeno tre settimane, da girare ) e la Thailandia ( scegliere la stagione giusta fuori dal periodo monsonico e visitare Bangkok e le isole meridionali più esterne sul mare delle Andamane ).

Il modo migliore per le prenotazioni alberghiere last minute è senza dubbio affidarsi, per qualsiasi destinazione nel mondo, al sito USA www.booking.com . Collabora con centinaia di migliaia di strutture. I prezzi sono spesso eccezionali per sistemazioni di tutti i tipi. È davvero un sito ottimo, imbattibile sulle grandi metropoli. A parità di prezzo scegliere una struttura con internet wireless incluso e con pick up in aeroporto: sono una gran comodità ed abbattono costi. Per capirlo quando non specificato, prenotare su ratestogo e poi cercare su google il sito della struttura dove sono generalmente riportate tutte le info.

Se avete pochi soldi e volete rimpinguare durate il viaggio, l'Australia è un paese in forte crescita e non troverete alcuna difficoltà nel reperire un lavoro, magari in un fast food oppure in fattoria. Gli stipendi sono molto buoni anche per i lavori più umili: informatevi sul visto del quale necessitate. Un'idea da prendere in considerazione è studiare l'inglese al mattino e lavorare il pomeriggio: questo consente di migliorare la lingua, pagarsi vitto e alloggio e mettere via ancora qualcosa per la prosecuzione. Se avete un periodo morto in Italia ma non avete soldi, partite direttamente per l'Australia: con qualche mese di lavoro vi pagherete tutto e sarà un'esperienza indimenticabile.

Un'ultima cosa: possedere un biglietto Giro del Mondo vi rende delle persone particolarmente interessanti e, chiunque incontrerete durante il viaggio, non potrà fare altro che invidiarvi all'ennesima potenza perché non c'é superviaggio di nozze strafigo che tenga quando TU, invece, hai in mano l'oracolo, il sacro, il verbo, l'onnipotente, il miracolo divino, il mostro dei mostri sacri dei viaggi, dinnanzi al quale è bene solo prostrarsi in venerazione: il biglietto GIRO DEL MONDO aperto un anno!!!!!

Divertiti più che puoi e non farti convincere a non partire dalla miopia di nessuno perché c'é un altro mondo là fuori che merita di essere scoperto e tu hai tutto il diritto di non essere lasciato nell'ignoranza. Spiega le ali e parti!


Resto a disposizione per info, Davide

Johannesburg – Mauritius


Quattro ore di buona British Airways per raggiungere l'aeroporto dell'isola di Mauritius, ultima tappa del nostro giro del mondo e terzultimo volo prima del rientro alla base.

Aereo vecchiotto, il più anziano del giro.. coronato da un atterraggio poco gradevole che, se fossimo stati
su uno di quei charter idioti da applauso finale, non ne avrebbe meritato mezzo. In ogni modo, atterriamo sani e salvi e quasi tutti i passeggeri vengono prelevati dai Tour Operator che li recluderanno per una, due settimane, nei classici villaggi turistici da sogno mauriziani.
Io, invece, inizio a chiacchierare con la ragazza dell'ente del turismo all'aeroporto ed in definitiva prenderemo un taxi sino a Grand Baie, sulla costa nord occidentale, dove alloggeremo nel Ti Fleur Soleil. Prima di partire, la trattativa con l'autista del taxi dura circa 20 minuti: non scende sotto le 1600 Rupie ( partito da 1800. 1000 Rupie = 36 Euro). La cosa mi fa capire che uno, i prezzi sono raddoppiati rispetto alla mia guida Lonely Planet del 2005, due, che il paese è più caro del previsto.
In ogni modo, l'autista di origine
indiana, molto gentile, durante l'ora di tragitto ci parla dell'isola, dei suoi problemi, di Dio, guidando con snervante attenzione su di una strada in buone condizioni, spesso affiancata da sterminate piantagioni di ondeggianti canne da zucchero.

C'é il sole, l'aria è
calda anche se ha piovuto le due settimane precedenti...speriamo bene.. L'Hotel è in centro, il prezzo è raddoppiato anche qui ragion per cui scarichiamo i bagagli e ci dirigiamo sul lungomare alla ricerca di un residence del quale avevo letto in precedenza alcune recensioni interessanti: si chiama Peramal e, per l'ottimo rapporto qualità prezzo, deve essere prenotato con molto anticipo. Nove ore basteranno?? Incontriamo il proprietario, Arassen, trentenne sveglio e simpatico con il quale entro subito in sintonia. Guarda un po, una stanza sulle diciotto disponibili si libera domani: è uno studio ampio, soleggiato e con vista mare... a 25 euro totali al giorno, perfetto per noi!
Dopo una cena in un ottimamente pubblicizzato ma pessimo ristorante italiano, il Paparazzi, il peggiore di tutti quelli provati in questi tre mesi, ci rintaniamo in stanza delusi in attesa della colazione.
Giorno cinque ottobre: sole pieno, caldo, Arassen ci accompagna dall'Hotel al suo Residence dove ci appropriamo della stanza e, dopo aver noleggiato due mountain bike datatissime ma funzionanti, ci dirigiamo su una spiaggia pubblica a poche centinaia di metri dal residence. L'acqua è cristallina, i colori da cartolina. Molto affollata da gente del posto, oggi è domenica. Subito a fare snorkling dove vedo poco nulla.. ma oggi è tempo di relax quindi la giornata termina al sole e poi in un ristorante mauriziano per una cena niente male, a base di pesce.

Sei ottobre e stamane piove.. che palle. Ma le nuvole si diradano un poco quindi, dopo una colazione
volante decidiamo di affittare un taxi per la giornata: ci dirigeremo verso i giardini botanici, la fabbrica di zucchero locale oramai chiusa dal 1999 ma ora adibita a museo dello zucchero ed infine verso la capitale, Port Luis.I giardini sono davvero interessanti: con la nostra guida che parla italiano, imparo molto sulle specie autoctone ed importate e, come ho fatto dovunque in questi tre mesi, raccolgo diversi semi di piante tropicali che proverò a coccolare ed infine seminare nel terreno di casa in Sardegna. Vedo finalmente, tra le altre, la pianta di noce moscata, le splendide ninfee amazzoniche e molte tartarughe giganti. Ne è valsa la pena. L'autista ci attende per la fabbrica dello zucchero che, contrariamente a quanto pensassi, non mi entusiasma, per il semplice fatto che hanno investito parecchi soldi nel recupero della struttura ma non hanno pensato a realizzare un filmato decente in merito a tutti i processi della lavorazione della canna.
Tuttavia rieccoci in partenza per la capitale, Port Luis: mercato centrale affollatissimo e ricolmo di deludente paccottiglia made in China per turisti, monumenti vari ma nulla di particolarmente interessante.

I mauriziani appaiono multietnici, per lo più di pelle mulatta, gentili ma avvezzi ed insistenti con i turisti quasi ai livelli del nord Africa. Questo per me è al limite della sopportabilità.
In ogni modo siamo qui per l'ultimo periodo di relax e ci godremo fino in fondo sole e mare, lasciando perdere tutto il resto. Presto ci dirigeremo verso le zone più remote e meno turistiche dell'isola..

South Africa – Parco Kruger Sud Africa


Arriviamo al Kruger dopo quattro ore di auto tra monti e colline d'erba bruciati dal sole. L'aria è molto calda, ci saranno 35 gradi. Durante il tragitto abbiamo pescato dalla radio della nostra grande Nissan rossa una stazione mitica che merita una menzione.. Radio Jacaranda..; sulle grasse risate del DJ nero, intervallate da musica rock internazionale che ha fatto la storia, in un attimo ci siamo ritrovati alla porta d'ingresso occidentale del Parco Kruger.

Si tratta
di un territorio immenso, centinaia di migliaia di ettari, probabilmente più grande della Svizzera. Dopo pochi metri dal cancello ecco delle antilopi, poi, proseguendo nell'ora e mezzo di tragitto che ci separa dal nostro campo, dei facoceri.. giraffe.. elefanti.. ed altri animali dei quali non ricordo il nome che invece Matteo sa alla perfezione.
Al Skukuza Camp ci attende un bel bungalow attrezzato di cucina. Siamo ancora scombussolati dal fuso orario e non ci pensiamo un momento ad optare per il ristorante. Desideriamo gustare un bel pezzo della mitica carne sudafricana.. Il posto è pieno ed un'ora di attesa mi innervosisce, mi fa passare
l'appetito e rovina la cena. Maledetti!

In ogni modo il Campo è carino, c'é il supermercato, la piscina, internet.. la classica oasi nel deserto.
Il fuso non ancora recuperato a pieno ci consente una sveglia alle cinque, orario ideale per avvistare gli animali all'alba durante il tragitto per il
Berg en Dal Camp, secondo campo del Kruger che ci attende a qualche ora di distanza. Cosa dire? Antilopi, zebre, giraffe, elefanti sono le creature maggiormente visibili che, tranquille, non sono per nulla spaventate dalla nostra presenza.

È rilassante guidare a 30
all'ora, in terza senza nemmeno toccare l'acceleratore perché a quella velocità l'auto viaggia da sola, su strade sterrate in mezzo al nulla, finestrini abbassati e sole cocente, con Radio Jacaranda che libera musica degna di questo nome. Chiedo il cambio alla guida a Matteo il quale non scende dall'auto, scambiandosi di posto direttamente dall'interno. Io invece amo il rischio e scendo per girare intorno alla vettura ( proibitissimo per la possibile presenza di predatori quali leoni, leopardi.. ).. ho avvertito una sensazione di reale pericolo in quei cinque secondi che mi sono serviti per completare l'operazione. Sensazione che mi è risalita quando abbiamo successivamente incrociato dei lavoratori che raccoglievano le cartacce degli automobilisti ai bordi delle strade, scortati da guardie armate fino ai denti!!

Il Berg en Dal Camp è una struttura sulla falsa riga del Skukuza. Proviamo a bookare un'escursione ma è tutto pieno. Le giornate passano tra gelati, ( 38 gradi ultimamente ) e avvistamenti vari, sino a ieri sera quando finalmente ci siamo imbattuti in quattro rinoceronti bianchi che si abbeveravano in una pozza d'acqua. Peccato non aver avuto il privilegio di imbatterci in leoni o leopardi ma va a fortuna.

L'esperienza sudafricana è stata interessante ma non entusiasmante. L'uomo ha preso possesso del mondo. Ciò che ho visitato è uno zoo immenso, circondato da migliaia di chilometri di recinzioni. È un luogo ideale per portarci i bambini, per loro è fantastico.

Il paese oggi è più economico rispetto all'Italia almeno del 40%. La presenza di alti cancelli a circondare ogni proprietà non mi ha fatto sentire al sicuro, così come camminare nei villaggi mi ha fatto sentire l'uomo bianco di troppo.

Domani partiamo per le Mauritius, nulla è prenotato, non ho voglia oggi di smanettare in internet alla ricerca della struttura giusta. Vedremo al momento dove ci porterà il destino..

Sydney – Johannesburg



Sono le 04,30 del mattino di martedì 30 settembre qui a Johannesburg. Un volo diretto di quattordici ore ci ha infatti portato in South Africa facendoci recuperare in un sol colpo tutte le ore di fuso che avevamo perso per strada durante il viaggio. Sono sveglio come un grillo con tre ore di anticipo rispetto all'ora prevista.. e già mi è andata bene. L'ultimo giorno a Sydney è stato molto soleggiato e lo abbiamo trascorso tra navi da guerra aperte al pubblico per una mattina, parchi nel centro con matrimoni splendidi in stile americano con vista sull'Opera House e passeggiate tra i mercati domenicali.
Il volo Qantas è stato discreto, è passato più di quanto mi immaginassi, tra film e giochi in un baleno abbiamo toccato terra. Abbiamo sorvolato il polo sud con i suoi ghiacciai che riflettevano il sole come uno specchio, è stata
una cosa imprevista ma apprezzata da tutti i passeggeri.

Quando ero a Cairns, in Australia, mi ero portato avanti con la pianif
icazione della nostra permanenza in Sud Africa quindi ora mi ritrovo con tutto pianificato. Il programma è questo: stamattina shuttle per l'aeroporto dove ci aspetta un'auto a noleggio, da riconsegnare il 4 ottobre. Con questo mezzo ci dirigeremo verso il Parco Kruger, quattro ore e mezza di tragitto, dove, con l'aiuto di Mario della Xenia Viaggi di Prato, abbiamo riservato i nostri bungalows in due campi: Il Skukuza Rest Camp ( 1 notte ) ed il Berg En Dal Rest Camp ( 2 notti ).
In pratica al Kruger funziona così: puoi noleggiarti l'auto e girartelo da solo, gli animali sono liberi quindi puoi decidere tu dove e quando visitare
che cosa. Mi pare un'ottima soluzione, vedremo se sarà così!

Ieri sera niente cena perché siamo crollati dopo il volo, tra un'oretta si torna in vita con una colazione abbondante e poi via!

Vanuatu - Sydney

A causa del cattivo tempo che imperversa sulle Vanuatu e che secondo le previsioni non sarebbe cessato sino a settimana prossima inoltrata, abbiamo deciso di rientrare a Sydney con un giorno di anticipo. Meglio così. L'umidità infatti non permette alle nostre ferite da corallo/foresta di rimarginarsi e siamo in giro maculati di mercuro cromo che pare non serva a nulla. Allo stesso tempo mi é venuto un mal di orecchio tale da recarmi dal farmacista il quale mi ha prescritto gocce e antibiotico. Ho tolto i cerotti dalle ferite sull'aereo per Sydney e già la musica cambia. Si stanno asciugando. Anche l'orecchio stamane va meglio.

Sul volo avevo di fianco un funzionario del governo australiano che si occupa di un progetto per bloccare le speculazioni immobiliari che stanno regalando le isole agli stranieri, a discapito delle comunità locali. Mi sono fatto spiegare per filo e per segno come funziona il meccanismo e... volevo tornare immediatamente indietro!!!! In ogni modo é un arrivederci... Bye Bye Vanuatu

Isole Vanuatu - Nguna Island


Finalmente scotta la mia pelle dominata dal sole. Scotta da bruciare. La lenza della mia canna si addentra nell'azzurro, turchese ed infine blu di questo mare incontaminato, dimenticato dalla civita'.

Con gli occhi lievemente socchiusi per la luce violenta, tengo d'o
cchio il galleggiate giallo e tondo in attesa di qualche pesce che, distratto, si lasci ingannare dall'esca di pane e zucchero preparata minuziosamente in mattinata. Un bimbo nero siminascosto dietro una palma osserva me, lo straniero bianco, con questo strano aggeggio in mano mai visto prima.

L'aria e' calda ma una costante brezza la rende piacevolmente sopportabile. Pesco immerso sino alle ginocchia nell'acqua tiepida tropicale, per superare con i miei lanci la barriera corallina che circonda l'isola.
Non mi importa del pesce ma dell'attimo, di quell'attimo di totale serenita' strappato a questo
momento. Un attimo che rimarra' impresso nella mia memoria, pronto per essere rivissuto dieci, cento, mille volte e che vale tutto il viaggio perche' sento che e' di questo che ho bisogno per tornare a casa carico di passione. Per affrontare con strafottente spregiudicazza un nuovo anno di lavoro.

Sono sulla piccola isola di Nguna, in un villaggio sulla costa del sud. Qui la gente si guadagna da vivere esclusivamente coltivando il giardino ed addentrandosi
nella foresta con il machete per raccogliere frutti quali mango, papaia, banane ed ananas che crescono spontaneamente rigogliosi in ogni dove. Galline ed animali vari vivono tranquillamente nel villaggio che risulta ordinato e di una pulizia incredibili.
Non c'e' linea elettrica e la luce viene prodotta attraverso pannelli solari e lampade a cherosene stile miniera d'oro. Il popolo e' cordiale e sempre pronto ad un sorriso; sono curiosi, ti fermano, si presentano e fanno
domande.

Non mi guardo allo specchio da giorni, ho lasciato il mio apparire nelle valige dell'hotel Devere a Sydney. Le futilita' e
lo stress dominanti in occidente qui sono ignorati. Nulla da dimostrare. Il nulla tace. Tutto e' essere.

Il volo Air Vanuatu da Sydney e' stato discreto ed ad accoglierci all'aeroporto abbiamo trovato un fuso orario di + 10 ore e un gruppo musicale locale che suonava una delle classiche musiche rilassanti del pacifico.

La capitale di questa nazione e' Port Vila, in pratica un agglomerato che, secondo me, conta meno abitanti di Induno Olona. Uno splendido mercato, qualche supermercato, la solita chinatown e decine di tour operators.
Dopo due ore di strada dissestata pigiati sul retro di un camion adibito a trasporto pubblico, siamo giunti all'imbarco dove una piccola barca a motore ci aspettava per condurci su Nguna. Abbiamo conosciuto Johan, ventitre anni, che ha costrutito il primo bungalow quattro anni fa sulla spiaggia. Ora ne ha tre ma al momento sono occupati. Cosi' per i primi due giorni dormiamo in una Guesthouse dove una donnona ci prepara quotidianamente ottimi piatti locali che stranamente gradisco. Il prezzo di questa pensione completa e' di 3000 Vatu a testa, circa 23 Euro.
Il terzo giorno, secondo le scritture, ci siamo trasferiti nei Vat-Vaka Bungalows da Yoan, in un bungalow talmente spartano da ricordarmi i miei primi viaggi in oriente.
In pratica abbiamo dormito in una capanna di bambu' a sei metri dal mare, tutta spifferi e su due pezzi di legno ammorbiditi da due materassini. La mia schiena me la sta facendo pagare cara.. oramai mi sono imborghesito, questa e' l'ultima volta che accetto una sistemazione del genere! Tuttavia e' stata un'esperienza soprattutto per Matteo che non aveva mai provato..

Abbiamo girato l'isola, conosciuto decine di persone, parlato con i capivillaggio, bevuto cocchi appena colti, camminato e nuotato per ore, pescato agullie e grossi snappers cucinati poi per cena ( per la gioia di Johan ). In due giorni di sole pieno mi sono abbronzato come quando ero bambino, marrone scuro.. non mi capitava da anni.
Dopo quattro notti da Johan, ho dovuto cedere alle insistenze della mia schiena e siamo tornati a Port Vila dove, in un hotel decoroso, ci stiamo riprendendo un paio di giorni prima di visitare un'altra isola, tempo permettendo ( piove a dirotto.. )..

Le Vanuatu sono una nazione in via di sviluppo. Ci sono incredibili opportunita' di business dappertutto, politicamente stabile e popolata da persone buone, di una verita' disarmante. Probabimente perche' non hanno ancora conosciuto la bestia nera del Dio denaro.
Mi mancano i funghi porcini, la polenta e le castagne di casa.. ma faro' lo sforzo ;-) di portare a termine il viaggio.. Dave

Sydney



Pronti via usciamo dall'Hotel verso le 9.00 alla scoperta di Sydney. L'aria è fresca e frizzante, abbiamo “perso” migliaia di chilometri di distanza dall'equatore e quindi in questa parte dell'Australia l'inizio di primavera ha una temperatura simile alla nostra, non vi sono i 28 gradi di Cairns per intenderci.
Per questo trenta secondi dopo
la mia uscita dall'albergo, sono risalito in camera per calzare calze e scarpe. Dopo mesi di infradito è proprio una strana sensazione ricalzare i due mattoni da escursione che mi sono portato dietro. Mi danno fastidio, le mie dita sentono le scarpe come un corpo estraneo.

Dalla Lonely ho già intravisto il tragitto che dobbiamo seguire per raggiungere la mitica Opera House, tutto all'interno dei parchi che costeggiano la riva del mare. Siamo a King Cross e l'ambiente è familiare, mi ricorda molto Aukland in Nuova Zelanda, con il suo tocco inglese ma mescolato ad altre influenze europe
e: case inframezzate ad ampi spazi verdi dove l'occhio ha tempo di riposare su alberi e prati mantenuti ordinati alla perfezione.

Raggiungiamo il primo porticciolo dove sono ancorati centinaia di yatch di lusso; l'acqua del mare è pulita, la città è pulita, il traffico è poco. L'atmosfera è molto rilassante, una città a misura d'uomo, davvero bella.

Giriamo un angolo ed ecco la mitica Opera House..é un vero spettacolo perché il cielo è terso, il sole riflette sulle arcate di tegole svedesi bianche mentre l'Harbour Bridge si staglia imponente all'orizzonte. Da cartolina. Foto di rito e relax sulle panchine del parco in compagnia dei Cacatua bianchi che si lasciano avvicinare senza mostrare alcun timore. E pensare che da noi costano 1.500 euro l'uno!!
Proseguiamo la passeggiata arrivando sino al porto dove i traghetti partono per le escursioni ed aborigeni di città suonano il digiridoo per i turisti. Decidiamo successivamente di entrare in città per raggiungere il Queen Market, gigantesco mercato cittadino nel cuore della Sydney finanziaria pullulante di eleganti e frettolosi uomini d'affari. Sono ore che camminiamo e, dopo l'acquisto degli ennesimi souvenir australiani, rientriamo alla base.

La prima impressione di Sydney è ottima. È una città giovane, dinamica, frizzante. Per molti versi somiglia a Manhattan con la differenza che qui gli spazi verdi sono moltissimi e la zona sul mare è molto più estesa e ben curata. Pare un rifugio per i ricconi del pianeta che desiderano ritirarsi a vita privata dopo aver guadagnato facilmente milioni di dollari sui mercati finanziari. Aspettatemi!!!

Nel tardo pomeriggio in hotel ho bookkato la camera per la notte del 28 settembre quando rientreremo dalle isole Vanuatu ( partiamo domani pomeriggio, lasciamo 4 valige in hotel così partiamo con il poco che ci serve ). Ho scelto un'isola di pescatori dove esiste un'unica sistemazione per turisti, un bungalow a 50 metri dal villaggio locale gestito da una famiglia del posto. Non c'é elettricità, negozi, nulla di nulla che sia turistico sull'isola. Si cena con il pescato del giorno.
A Cairns ho comprato diverse scatole di matite ed una lente di ingrandimento da regalare ai bambini della scuola del villaggio.
Dall'Italia mi giungono notizie di tifoni e freddo ma è davvero così?

Uluru -Kata Tjuta National Park ( Ayers Rock )

Stamattina sveglia all'alba e ripartenza verso l'aeroporto di Cairns, ci aspetta il Monolite nel bel mezzo del deserto australiano. Sono fiducioso, spero finalmente ne valga la pena!!!

Tutti i nostri amici asiatici si sono svegliati presto, anche se è domenica, per salutarci. Lacrime e tristezza per le nostre sorelle giapponesi, una scena commovente da film. I giapponesi sono difficili da conquistare ma se ci riesci sono persone davvero buone e pure di cuore. Abbiamo l'agenda piena di contatti ed un nuovo viaggio in Giappone già in programma ;-)

Volo in orario, prima esperienza con Quantas, la compagnia di bandiera australiana. Voto 7, la Jal giapponese è inar
rivabile tuttavia sempre meglio di American Airlines e Chatay Pacific.

Durante l'atterraggio intravedo Uluru per un attimo: appare all'orizzonte come un gigantesco corpo estraneo in mezzo al nulla ma non ho tempo per prendergli le misure che le ruote dell'aereo stridono sulla pista del minuscolo aeroporto, pulito ed essenziale. Ci aspetta una spaziosa auto a noleggio Hertz, Toyota Corolla, carichiamo i nostri oramai sei bagagli e via verso quella strana roccia.

Mi accorgo subito che tutt'intorno non si tratta di puro deserto di sabbia ma anzi, ci sono qua e là alberi e un sottobosco d'erba. Entriamo nel parco, 25 dollari a testa per una tessera valida tre giorni, giro una curva che sale per scollinare ed ecco apparire il Monolite. È imponente. Pare che sappia di essere il Re del deserto. Rosso, ramato, un unico blocco gigantesco alto 380 metri. Sono dieci i chilometri per girarci intorno a piedi. Il vento spazza la pianura ed il monolite è lì. Immobile ed inamovibile. Per gli aborigeni è un luogo sacro ed in effetti qualcosa di mistico si percepisce...suggestione o realtà?

Ci avviciniamo con l'auto e parcheggiamo in un'area apposita. Una catena ancorata a bassi pali sale verso la cima, in forte pendenza, mentre un ampio cartello scoraggia esplicitamente i visitatori, in diverse lingue, nel salire sul Monolite. Ma come, mi mettete il sentiero e poi mi dite di non salire?? È come fare vedere una caramella ad un bambino e poi pretendere di non dargliela. Naturalmente si sale!
Dopo circa un'oretta di arrampicata ( 1,6 km ) ci troviamo in cima. Una vista spettacolare ripaga i nostri sforzi anche se devo dire che il sentiero in alcuni punti era davvero pericoloso.
Raggiungi la piana della vetta, ti siedi e ti chiedi perché c'é quel blocco di roccia in mezzo al deserto. Non c'entra nulla. Ma c'é, è lì da millenni. Vento caldo, silenzio assoluto. Un luogo incredibile per meditare... Credo che le foto non rendano l'idea di ciò che si prova ad essere lassù.

La discesa è rapida,prendiamo qualcosa da mangiare al centro culturale degli aborigeni dove tutto costa decisamente troppo ed arriva l'ora dell'imperdibile tramonto su Uluru: un'apposita area, a debita distanza dalla roccia, è stata predisposta per ammirare il sole che se ne va. L'alba ed il tramonto sull' Ayers Rock sono l'attrazione principale del luogo. Il sito è affollato di auto e persone, tutte armate di macchina fotografica, molte in piedi sulle vetture o sedute, pronte a scattare decine di foto al Monolite che cambia colore in base all'illuminazione che riceve.
Sono oramai le 21, il sole ha lasciato
lentamente il posto alla luna piena. Incontriamo qui Marco e Simona, naturalmente in viaggio di nozze, i quali ci fanno gentilmente compagnia in una cena a base di carne di coccodrillo, canguro ed emù. Ho davvero mangiato pochissimo, questi sapori strani sono per il mio palato difficili da accettare. Per fortuna la compagnia era ottima.

Lasciamo i nostri nuovi amici mentre la mezzanotte si avvicina. L'alba è a poche ore ed è imperdibile su Uluru quindi proviamo ad appisolarci i
n auto. Erano anni che non mi capitava più, precisamente dall'ultimo viaggio a Praga con Robiparo@ dove si morì di freddo aspettando il volo Ryanair da Francoforte e dove giurai a me stesso che non avrei mai più ripetuto l'esperienza. Mai dire mai, mi copro molto molto bene e... stranamente mi addormento a piombo per risvegliarmi verso le sette, inserire l'automatico e dirigermi a razzo verso l'alba che pare mi voglia precedere.
Giungo al punto di osservazione e
trovo centinaia di persone, sedute e in piedi pronte per l'evento. Stessa scena del tramonto, il sole illumina il deserto e poi la roccia che cambia colore...comunque imperdibile. Nell'occasione risalutiamo Marco e Simona che abbiamo casualmente incontrato di nuovo qui.
Facciamo cola
zione con due muffins e té e ci dirigiamo verso altri monti strani ad una quarantina di km da Uluru. Siamo tranquilli e sereni, la strada è sgombra, il deserto sconfinato e viaggiamo con i finestrini aperti verso Kata Tjuta. A pochi chilometri dalle formazioni rocciose ci fermiamo per le foto di rito, proviamo ad addentrarci nella rada boscaglia alla ricerca di qualche animale locale ma siamo ripagati soltanto da qualche impronta di dromedario.

Alle 13.40 abbiamo il volo per Sydney, rientriamo all'aeroporto salutando di nuovo Uluru che resta in silenzio infischiandosene di tutto e tutti.

Il volo per Sydney è tranquillo, sorvoliamo la città che a prima vista mi pare fresca e pulsante, domani la visiteremo per intero. Dall'aeroporto un autobus collettivo ci lascia per 13 dollari a testa direttamente davanti al nostro Devere Hotel prenotato tramite l'impeccabile Ratestogo.com.

Finalmente una cena che si può chiamare cena in un ristorante italiano qui vicino mentre ora sono a scrivere sdraiato sul letto queste ultime battute prima di scoprire Sydney domattina..