Finalmente scotta la mia pelle dominata dal sole. Scotta da bruciare. La lenza della mia canna si addentra nell'azzurro, turchese ed infine blu di questo mare incontaminato, dimenticato dalla civita'.
Con gli occhi lievemente socchiusi per la luce violenta, tengo d'occhio il galleggiate giallo e tondo in attesa di qualche pesce che, distratto, si lasci ingannare dall'esca di pane e zucchero preparata minuziosamente in mattinata. Un bimbo nero siminascosto dietro una palma osserva me, lo straniero bianco, con questo strano aggeggio in mano mai visto prima.
L'aria e' calda ma una costante brezza la rende piacevolmente sopportabile. Pesco immerso sino alle ginocchia nell'acqua tiepida tropicale, per superare con i miei lanci la barriera corallina che circonda l'isola.
Non mi importa del pesce ma dell'attimo, di quell'attimo di totale serenita' strappato a questo momento. Un attimo che rimarra' impresso nella mia memoria, pronto per essere rivissuto dieci, cento, mille volte e che vale tutto il viaggio perche' sento che e' di questo che ho bisogno per tornare a casa carico di passione. Per affrontare con strafottente spregiudicazza un nuovo anno di lavoro.
Sono sulla piccola isola di Nguna, in un villaggio sulla costa del sud. Qui la gente si guadagna da vivere esclusivamente coltivando il giardino ed addentrandosi nella foresta con il machete per raccogliere frutti quali mango, papaia, banane ed ananas che crescono spontaneamente rigogliosi in ogni dove. Galline ed animali vari vivono tranquillamente nel villaggio che risulta ordinato e di una pulizia incredibili.
Non c'e' linea elettrica e la luce viene prodotta attraverso pannelli solari e lampade a cherosene stile miniera d'oro. Il popolo e' cordiale e sempre pronto ad un sorriso; sono curiosi, ti fermano, si presentano e fanno domande.
Non mi guardo allo specchio da giorni, ho lasciato il mio apparire nelle valige dell'hotel Devere a Sydney. Le futilita' e lo stress dominanti in occidente qui sono ignorati. Nulla da dimostrare. Il nulla tace. Tutto e' essere.
Il volo Air Vanuatu da Sydney e' stato discreto ed ad accoglierci all'aeroporto abbiamo trovato un fuso orario di + 10 ore e un gruppo musicale locale che suonava una delle classiche musiche rilassanti del pacifico.
La capitale di questa nazione e' Port Vila, in pratica un agglomerato che, secondo me, conta meno abitanti di Induno Olona. Uno splendido mercato, qualche supermercato, la solita chinatown e decine di tour operators.
Dopo due ore di strada dissestata pigiati sul retro di un camion adibito a trasporto pubblico, siamo giunti all'imbarco dove una piccola barca a motore ci aspettava per condurci su Nguna. Abbiamo conosciuto Johan, ventitre anni, che ha costrutito il primo bungalow quattro anni fa sulla spiaggia. Ora ne ha tre ma al momento sono occupati. Cosi' per i primi due giorni dormiamo in una Guesthouse dove una donnona ci prepara quotidianamente ottimi piatti locali che stranamente gradisco. Il prezzo di questa pensione completa e' di 3000 Vatu a testa, circa 23 Euro.
Il terzo giorno, secondo le scritture, ci siamo trasferiti nei Vat-Vaka Bungalows da Yoan, in un bungalow talmente spartano da ricordarmi i miei primi viaggi in oriente. In pratica abbiamo dormito in una capanna di bambu' a sei metri dal mare, tutta spifferi e su due pezzi di legno ammorbiditi da due materassini. La mia schiena me la sta facendo pagare cara.. oramai mi sono imborghesito, questa e' l'ultima volta che accetto una sistemazione del genere! Tuttavia e' stata un'esperienza soprattutto per Matteo che non aveva mai provato..
Abbiamo girato l'isola, conosciuto decine di persone, parlato con i capivillaggio, bevuto cocchi appena colti, camminato e nuotato per ore, pescato agullie e grossi snappers cucinati poi per cena ( per la gioia di Johan ). In due giorni di sole pieno mi sono abbronzato come quando ero bambino, marrone scuro.. non mi capitava da anni.
Dopo quattro notti da Johan, ho dovuto cedere alle insistenze della mia schiena e siamo tornati a Port Vila dove, in un hotel decoroso, ci stiamo riprendendo un paio di giorni prima di visitare un'altra isola, tempo permettendo ( piove a dirotto.. )..
Le Vanuatu sono una nazione in via di sviluppo. Ci sono incredibili opportunita' di business dappertutto, politicamente stabile e popolata da persone buone, di una verita' disarmante. Probabimente perche' non hanno ancora conosciuto la bestia nera del Dio denaro.
Mi mancano i funghi porcini, la polenta e le castagne di casa.. ma faro' lo sforzo ;-) di portare a termine il viaggio.. Dave
Con gli occhi lievemente socchiusi per la luce violenta, tengo d'occhio il galleggiate giallo e tondo in attesa di qualche pesce che, distratto, si lasci ingannare dall'esca di pane e zucchero preparata minuziosamente in mattinata. Un bimbo nero siminascosto dietro una palma osserva me, lo straniero bianco, con questo strano aggeggio in mano mai visto prima.
L'aria e' calda ma una costante brezza la rende piacevolmente sopportabile. Pesco immerso sino alle ginocchia nell'acqua tiepida tropicale, per superare con i miei lanci la barriera corallina che circonda l'isola.
Non mi importa del pesce ma dell'attimo, di quell'attimo di totale serenita' strappato a questo momento. Un attimo che rimarra' impresso nella mia memoria, pronto per essere rivissuto dieci, cento, mille volte e che vale tutto il viaggio perche' sento che e' di questo che ho bisogno per tornare a casa carico di passione. Per affrontare con strafottente spregiudicazza un nuovo anno di lavoro.
Sono sulla piccola isola di Nguna, in un villaggio sulla costa del sud. Qui la gente si guadagna da vivere esclusivamente coltivando il giardino ed addentrandosi nella foresta con il machete per raccogliere frutti quali mango, papaia, banane ed ananas che crescono spontaneamente rigogliosi in ogni dove. Galline ed animali vari vivono tranquillamente nel villaggio che risulta ordinato e di una pulizia incredibili.
Non c'e' linea elettrica e la luce viene prodotta attraverso pannelli solari e lampade a cherosene stile miniera d'oro. Il popolo e' cordiale e sempre pronto ad un sorriso; sono curiosi, ti fermano, si presentano e fanno domande.
Non mi guardo allo specchio da giorni, ho lasciato il mio apparire nelle valige dell'hotel Devere a Sydney. Le futilita' e lo stress dominanti in occidente qui sono ignorati. Nulla da dimostrare. Il nulla tace. Tutto e' essere.
Il volo Air Vanuatu da Sydney e' stato discreto ed ad accoglierci all'aeroporto abbiamo trovato un fuso orario di + 10 ore e un gruppo musicale locale che suonava una delle classiche musiche rilassanti del pacifico.
La capitale di questa nazione e' Port Vila, in pratica un agglomerato che, secondo me, conta meno abitanti di Induno Olona. Uno splendido mercato, qualche supermercato, la solita chinatown e decine di tour operators.
Dopo due ore di strada dissestata pigiati sul retro di un camion adibito a trasporto pubblico, siamo giunti all'imbarco dove una piccola barca a motore ci aspettava per condurci su Nguna. Abbiamo conosciuto Johan, ventitre anni, che ha costrutito il primo bungalow quattro anni fa sulla spiaggia. Ora ne ha tre ma al momento sono occupati. Cosi' per i primi due giorni dormiamo in una Guesthouse dove una donnona ci prepara quotidianamente ottimi piatti locali che stranamente gradisco. Il prezzo di questa pensione completa e' di 3000 Vatu a testa, circa 23 Euro.
Il terzo giorno, secondo le scritture, ci siamo trasferiti nei Vat-Vaka Bungalows da Yoan, in un bungalow talmente spartano da ricordarmi i miei primi viaggi in oriente. In pratica abbiamo dormito in una capanna di bambu' a sei metri dal mare, tutta spifferi e su due pezzi di legno ammorbiditi da due materassini. La mia schiena me la sta facendo pagare cara.. oramai mi sono imborghesito, questa e' l'ultima volta che accetto una sistemazione del genere! Tuttavia e' stata un'esperienza soprattutto per Matteo che non aveva mai provato..
Abbiamo girato l'isola, conosciuto decine di persone, parlato con i capivillaggio, bevuto cocchi appena colti, camminato e nuotato per ore, pescato agullie e grossi snappers cucinati poi per cena ( per la gioia di Johan ). In due giorni di sole pieno mi sono abbronzato come quando ero bambino, marrone scuro.. non mi capitava da anni.
Dopo quattro notti da Johan, ho dovuto cedere alle insistenze della mia schiena e siamo tornati a Port Vila dove, in un hotel decoroso, ci stiamo riprendendo un paio di giorni prima di visitare un'altra isola, tempo permettendo ( piove a dirotto.. )..
Le Vanuatu sono una nazione in via di sviluppo. Ci sono incredibili opportunita' di business dappertutto, politicamente stabile e popolata da persone buone, di una verita' disarmante. Probabimente perche' non hanno ancora conosciuto la bestia nera del Dio denaro.
Mi mancano i funghi porcini, la polenta e le castagne di casa.. ma faro' lo sforzo ;-) di portare a termine il viaggio.. Dave
2 commenti:
Chi l'avrebbe detto che sei anche romantico ? :)
Cmq se sei un vero selvaggio anche tu devi dormire sul legno e con il sorriso sulle labbra eh!
Si si... te lo farei provare!
Posta un commento